"Ci siamo protetti per 30 anni dietro uno scudo di riservatezza, ma mi sono detta che forse era il momento di raccontarlo, questo giudice, dandogli sulla carta la forma che ha per me e che riconosco come sua: con tanto di manone e voce tonante, con la delicatezza struggente che usava con tutti noi e la forza incrollabile che ci ha tenuto in piedi anche dopo la sua morte. Non è semplice per me farlo: per 30 anni ho protetto tutto di lui, compreso il mio dolore. Scrivere, svolgendo la storia della mia famiglia come un gomitolo, spolverando ricordi, mi fa sentire sul punto di andare in mille pezzi. Però, dopo tante commemorazioni istituzionali, che di Rocco Chinnici raccontano solo il magistrato, sono stata costretta a chiedermi se non valesse la pena uscire allo scoperto, rischiare, ma farlo vivere ancora una volta, il mio papà."
E' così lieve il tuo bacio sulla fronte
di Caterina Chinnici
Strade Blu Mondadori
€. 16.50
disponibile anche in E-book
"Il 29 luglio 1983 la mafia fa esplodere un'autobomba in via Pipitone Federico a Palermo: muoiono il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta e il portiere dello stabile dove il magistrato viveva insieme alla moglie e ai figli. Rocco Chinnici era da tempo nel mirino. Innovatore e precursore dei tempi, aveva intuito che, per contrastare efficacemente il fenomeno mafioso, era necessario riunire differenti filoni di indagine, comporre tutte le informazioni e le conoscenze che ne derivavano. Per farlo, riunì sotto la sua guida un gruppo di giudici istruttori: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello. L'anno dopo la sua morte, questo gruppo prenderà il nome di "pool antimafia".
La storia ci tramanda come e perchè Rocco Chinnici sia stato ucciso. Ci tramanda un eroe. A lui però non sarebbe piaciuto essere chiamato così. Era prima di tutto un uomo, un padre, cui è toccata in sorte una vita straordinaria, o forse un destino, che lui ha scelto di assecondare fino alle estreme conseguenze. Dopo decenni di silenzio, la figlia primogenita - a sua volte giudice, a sua volta impegnata nella lotta alla mafia, a sua volta sotto scorta - sceglie di raccontare la loro vita <<di prima>>, serena nonostante le difficoltà, e la loro vita <<dopo>>.Sceglie di raccontare come lei, i suoi fratelli e la madre abbiano imparato nuovamente a vivere e siano riusciti a decidere di perdonare: l'unico modo per sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e un marito molto amato."
Bellissimo consiglio...da figlia mi é venuto da piangere solo a pensare cosa può aver passato questa famiglia e ammetto di conoscere la sua storia meno degli altri suoi colleghi eroi di cui hai già parlato.
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